07 febbraio 2013

Missione specialisti a Gaza (2)

Si riportano brevemente le attività principali svolte nell’ambito della missione degli specialisti del centro EB dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù nella Striscia di Gaza (missione promossa da Debra Italia):


-  incontro con il team di medici palestinesi (l’EB e l’importanza dell’approccio multidisciplinare al suo trattamento)
-  incontro con tutti i pazienti e i loro famigliari (domande aperte e discussione)
-  visita ad ogni paziente presso il reparto ustioni dell’ospedale Shifa di Gaza city
-  formazione del personale infermieristico e dei genitori sulla gestione delle lesioni cutanee
-  definizione del percorso diagnostico e assistenziale di ogni paziente


Si ringraziano tutte le persone che hanno reso possibile la realizzazione di questa missione: Debra Italia, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e gli specialisti del loro centro EB per aver portato a Gaza la loro competenza e la loro umanità, il Dr. Majdi Naim, referente del progetto e responsabile dell’Unità di Dermatologia dell’ospedale Shifa, il personale del reparto ustioni dell’ospedale Shifa, Ola e Ameera, volontarie nell’ambito del progetto promosso da Debra Italia.


Dalla consapevolezza di non avere ancora le armi giuste per difendere e salvare le piccole farfalle resta, ora più forte che mai, la voglia di sostenere la fragile esistenza di questi meravigliosi guerrieri.


20 gennaio 2013

Consegnamo ad I. la sedia a rotelle, donataci dalla Mercy Association for Children di Gaza city. Tour panoramico della casa con i suoi fratelli su due ruote ... a gran velocità...

14 gennaio 2013

H. è nervoso. Ha dovuto togliere le calze che portava da un mese.. L'acqua della cisterna è gelida, come si fa a chiedergli di fare il bagno?
Ha strillato contro sua madre con tutte le sue forze, le calze erano ormai attaccate alle ferite. Non vuole vestirsi, vuole restare scalzo e in pantaloncini, per evitare che le ferite si attacchino ai vestiti.
Ricominciamo con le medicazioni...piano piano ... intanto sua mamma prepara il solito pranzo, molokhia.
E' stato richiesto il supporto alla clinica dell'area in cui vive perchè possa andare regolarmente a rifare le medicazioni. Il personale della clinica sarà formato dagli specialisti italiani.













 

07 gennaio 2013

04 gennaio 2013

Lotte silenziose di massa

Abbiamo conosciuto due nuove piccole farfalle e le loro famiglie e mi sono nuovamente chiesta se esista almeno una famiglia a Gaza che non abbia vissuto una tragedia. Il Dr. Naim mi parla di forza e dignità, le stesse di cui ho fatto tesoro in questi anni qui a Gaza e che ora ritrovo in lui ogni giorno che lo incontro in ospedale. 
Non è solo questione di forza e dignità personale, ma anche di un rispetto profondo verso il dolore di tante altre famiglie che vivono quella sua stessa tragedia e che mai lo renderebbe vittima, mai protagonista di quel dolore. Un dolore che non gonfia, che non ha parole, che si trasforma semplicemente in una lotta silenziosa quotidiana, una lotta spaventosa, la condanna più atroce che ogni bomba (o proiettile) lanciata su questa terra infligge ad intere famiglie innocenti.

01 gennaio 2013

Portiamo alla piccola I. una felpa per l'inverno e del materiale per le medicazioni donato dall'Italia da Gianna che ringraziamo (qualche guanto diventa un palloncino..).
La clinica di Beit Hanoun cercherà di fornire regolarmente, dal mese prossimo, il materiale di cui ha bisogno in coordinamento con il Ministero della Salute. Purtroppo il Misitero della Salute, insieme alle agenzie delle Nazioni Unite e alle organizizzazioni umanitarie che lavorano a Gaza, ha denuciato piu' volte la carenza di farmaci e materiale sanitario monouso e l' incapacita' di soddisfare i bisogni dei pazienti di Gaza, specialmente quando si tratta di pazienti affetti da malattie croniche.

30 dicembre 2012

EB support group - Gaza

Q. ha trent'anni, l’EB distrofica e una gran voglia di aiuarci a mettere in piedi l’associazione di supporto alle farfalle di Gaza. Mabrouk! Si è sposato durante i bombardamenti dello scorso novembre – così ha risparmiato i soldi della festa di matrimonio, dice ridendo – e la sua giovane moglie aspetta già un bambino.
Anche S. e I., due giovani sorelle con l’EB distrofica che vivono con l’anziana madre e hanno recentemente perso due fratelli anche loro affetti da EB, sono entusiaste all’idea di poter contribuire alle attività dell’associazione in prima persona.
Si definisce passo per passo lo statuto dell’associazione e si spera di finalizzare a breve i documenti necessari per poterla registrare.

25 dicembre 2012

Visita a H. e I.

Nella zona in cui vive H., durante le ore diurne, l’aria è ancora tiepida, lo troviamo a casa in pantaloncini...Ci accompagna sulla strada principale correndo con sua sorella e sua cugina, è una gran gioia rivederlo. I suoi compagni di classe chiedono ‘dov’è H.?’ H. non ha piu’ voluto andare all’asilo dopo i bombardamenti, non vuole allontanarsi da casa e dalla madre. Parliamo un po’ con H. e sua mamma, decidiamo insieme di provare a tornare all’asilo non appena termineranno le vacanze della fine del primo quadrimestre, a metà gennaio.

H., 24 dicembre 2012















I. aspetta il ritorno della sua mamma [...]. Sono purtroppo tanti i contesti famigliari difficili a Gaza specialmente quando il mantenimento dei figli dipende da qualche aiuto umanitario.
 

22 dicembre 2012

Inverno a Gaza

A Gaza è arrivato il freddo, ma si sopporta, non c’è scelta. Niente stufe o riscaldamento. Nelle poche ore in cui c’è l’elettricità accendere una stufa elettrica consumerebbe troppo per poi poter pagare la bolletta. Qualcuno mette un po’ di carbone su un piccolo barbecue per scaldare l’ambiente. E’ freddo e umido alle 7 di sera a casa della piccola R. Come lei, le donne della famiglia indossano piu’ strati di vestiario e restano sono sotto le coperte una accanto all'altra. Penso a F. che vive nel campo di Shati, la sua casa ha il tetto rotto e alle tre del pomeriggio il freddo era già nelle ossa.

Nomina del Team Multidisciplinare

In coordinamento con l'ospedale Shifa di Gaza city e il Ministero della Salute si sta lavorando per la nomina dell'equipe di medici palestinesi che verrà formata dagli specialisti del Centro Multidisciplinare per le Epidermolisi Bollose Ereditarie dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Un doveroso ringraziamento va al Dr. Naim, alla sua sempre pronta disponibilità a costruire insieme questo progetto e a realizzarlo. Senza  il suo impegno nulla sarebbe stato possibile.

13 dicembre 2012

Visita alle farfalline della Middle Area

Y. ha un anno, è un bambino molto timido, nonostante siamo state spesso a trovarlo  è sempre terrorizato dalla presenza di estranei, non ha paura solo della sua mamma. La mamma di Y. è molto giovane e Y. è il suo unico bambino. Ci riferisce che, oltre alle lesioni cutanee, purtroppo aumentate negli ultimi mesi, le lesioni del cavo orale gli impediscono di parlare e di mangiare cibo solido e che ha notato anche che Y. ha difficoltà respiratorie.

A. ha 10 anni, suo fratello è scomparso quando aveva un mese di vita, suo cugino quando aveva 3 mesi, per EB. Ha sempre uno sguardo molto sofferente, la sua voce è rauca e fa molta fatica a parlare. 

Queste due farfalline, come altre, non sono state ancora coinvolte in attività didattiche e ricreative. Speriamo di poterle coinvolgere il prossimo anno e di riuscire a fornire loro l'assistenza medica che necessitano attraverso la missione degli specialisti dal centro EB di Roma (Ospedale Pediatrico Bambino Gesu') che li visiteranno e formeranno i medici palestinesi.

04 dicembre 2012

Si ritorna alla scuola materna

F. e R. sono tornati con i loro compagni alla scuola materna dopo i bombardamenti.
R. ce la mette tutta per camminare e piano piano comincia a fare le scale da sola.

 



21 novembre 2012

'Hi Daniela, sorry, I have a bad news', così oggi pomeriggio dall'opedale Shifa è arrivata la terribile notizia della morte di Abdul Rahman, il figlio di due anni del Dr. Naim, referente delle attività promosse in favore dei bambini farfalla di Gaza. Abdul Rahman è stato colpito dalle schegge del missile lanciato oggi pomeriggio dall'aviazione israeliana al settimo piano del Naama building nel centro di Gaza City, situato proprio davanti all'appartamento della famiglia del Dr. Naim. 

20 novembre 2012

Notizie da Gaza sotto attacco Link

La speranza che Piombo Fuso potesse un giorno diventare un ricordo lontano i palestinesi di Gaza non l’hanno mai avuta. Accanto ai centinaia di corpi martoriati che erano rimasti sotto le macerie in quei giorni (1417 vittime di cui 352 erano bambini) - quei corpicini smembrati, amputati che ci descriveva Vittorio – se ne sono aggiunti altri e ora il loro numero cresce col passare delle ore. Non basta l’assedio imposto su Gaza, non sono bastate le vittime innocenti di Piombo Fuso e quelle di questi giorni a risvegliare le coscienze dei governi occidentali davanti alla sproporzione di mezzi e forze impiegate contro la popolazione di Gaza in nome della difesa dello stato di Israele.

Solo poco fa il PCHR (Palestinian Center for Human Rights) riportava 105 vittime, di cui 70 civili, tra cui 23 bambini e 12 donne e circa 800 feriti di cui 223 bambini e 130 donne. Non sono numeri, quei corpi senza vita sono figli, madri e padri, fratelli e sorelle, sono gli affetti più cari di persone innocenti, affetti strappati loro da un esercito che mostra, ancora una volta, di non voler risparmiare nessuno.

‘Gli F16 sono sulla nostra testa costantemente’- riferisce Ameera dal campo di Nusseirat. Ola non ha la forza di parlare ‘siamo chiusi in casa e preghiamo, sentiamo le esplosioni vicino ogni minuto’. Al telefono anche con i bambini e le loro famiglie, ditemi voi cosa dovrei dire loro. Sono loro a stupirmi, capaci di pensare in termini di solidarietà e di speranza anche in questi giorni. F. che vive nel campo di Shati (Beach Camp), soprannominato scherzosamente il principe, dice 'Io non ho paura dei missili (sua mamma ride) mi dispiace solo non poter andare all'asilo ma, inshallah, ci tornerò presto'. Le hanno sentite bene le bombe sul Falesteen Stadium, lo stadio di Gaza City, R. e la sua famiglia che ci vivono accanto. Il silenzio più terribile è quello di I. che vive a poche centinaia di metri dal confine nord-orientale della Striscia, a Beit Hanoun, dove oltre quel recinto ci potrebbero essere 75 mila riservisti mobilitati dal governo israeliano insieme a dozzine di mezzi corazzati. Lei e i suoi diciassette fratelli si stanno preparando a lasciare casa.  

19 novembre 2012

16 novembre 2012

Messaggi da Gaza

'We hope that every thing will end now. Even though the the situation is soo bad here, we are fine until now (Ameera, the children and their families and me).
I say untill now, but what will happen then, I don't know
God bless us, God bless Gaza'
Ola

'Children and their families are fine but they are so afraid'
Ameera

Link: Gaza, racconto di un giorno sotto le bombe